1. |
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2. |
Buongiorno
03:33
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Sei arrivato troppo presto
il piatto è freddo ormai
ma ho messo le mani in tasca
e ho sputato i problemi per terra
Dimmi quali sono i tuoi sogni
e a che prezzo li fai
ma ho messo le mani in tasca
e ho sputato i problemi per terra
Per te che ti svegli sempre tardi
e le tue ore sono troppo lunghe
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
e buona avventura
Non è l'ombra che ti segue
ma il fumo delle tue orecchie che ti assale
ma quando ho messo le mani in tasca
ho sputato i problemi per terra
Per te che ti svegli sempre tardi
e le tue ore sono troppo lunghe
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
e buona avventura
Sono ore piccole
che diventano lunghe nei pensieri tuoi
con passo pesante
allungo gli occhi sul calore dell'asfalto
cercando ancora il tuo spazio
cercando ancora il tuo spazio
cercando ancora il tuo spazio
Per te che ti svegli sempre tardi
e le tue ore sono troppo lunghe
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
e buona avventura
Per te che ti svegli troppo presto
e le tue ore sono troppo corte
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
io ti dico buongiorno
e Simona Ventura
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3. |
Non Giudico
02:44
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Ma se ai giorni nostri
volessimo fare bella musica,
a chi cazzo dovremmo ispirarci,
noi, ingenui giovinastri
ricordiamo Ludovico Van
lui sì che ne sapeva a pacchi;
dalle sue nervose falangi
nascevano sinfonie stupefacenti!
Ma lo sappiamo tutti che...
Era sordo sordo sordo sordo sordo
nonché genio genio genio genio genio
credi a me!
E che dire del caro Oscar il Selvaggio,
scrittore impertinente di aforismi pungenti;
dei suoi tempi un reietto e nessuno lo capiva,
fu rinchiuso in una gabbia dorata,
ma esclusivamente perchè...
era omo omo omo omo omo omo omo
nonché genio genio genio genio genio
credi a me!
Non potrei giudicare
un uomo un orso un maiale
dalla loro abilità
nel volare
Oh no, no, no, no...
Non potrei giudicare
un uomo un orso un maiale
dalla loro abilità
nel volare
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4. |
Marino
04:04
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Il soffio del vento è corrente ribelle
il sale si sofferma tra le pieghe della pelle
una vita passata nelle fiamme della fornace
nel riflesso dei capelli tuoi color antrace
anemoni danzanti le persone sulle fondamenta
e l'arte tua rinchiusa lentamente si addormenta
trofei invisibili da esibire a ignari viaggiatori
colpiti, dimenticati, tra cani, morsi e rumori
E trasparente si raffredda è sabbia che risale
un ricordo che dai piedi è whiskey che non sale
il soffio ci divide ormai, ma nell'ombra dei tuoi occhi
lo sai, come nebbia, che ti perderai
non è più facile sorprenderla con lo sguardo
i tuoi bisogni non sanno più di lei
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5. |
Ventotto
03:50
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Eri lì seduta
aula M Maldura
l'università per te
era tutto
ma no, no, non era tutto
A storia dell'arte
dovevi sempre alzare quella fottuta mano
Ma tu eri sempre lì
volevi diventar qualcuno
e prender ventotto non ti bastava mai
Ed io ragazzo pigro
andavo a lezione
e dormivo
Scrivevo sciocchezze
sul foglio bianco
e poi
e poi
e poi dormivo
Ma tu eri sempre lì
volevi diventar qualcuno
e prender ventotto non ti bastava mai
Ma tu invece eri sempre lì
volevi diventar qualcuno
e prender ventotto non ti bastava mai
Allora, va bene prendere ventotto...
ma qualche volta prendertelo nel culo no?!
Se non lo sai non me ne frega niente
io scaldo i banchi e poi vado alle feste
sono orbite le nostre teste
che non sanno più dove andare
e allora concedimi questo ballo
che sono io il tuo ventotto
che sono io, che sono io,
che sono io il tuo ventotto
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6. |
16 anni
04:25
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Le corse in bicicletta senza una meta
i primi amori avuti sui banchi di scuola
le giornate al campetto e le domeniche al parco
le volte che si usciva a baretti e si tornava in silenzio a casa
Le preoccupazioni di mia mamma
con le sue dieci chiamate senza risposta
il fare tardi e svegliarsi a pranzo
le bevute cercando di approcciare al tuo sguardo
le sere sul divano
in compagnia di un brutto film
la scuola, le mie paure
sperando che questi sedicianni
passino in fretta... che non passino
mai
Le bici, gli amici,
le birre, le feste,
le sigarette troppo corte, le seghe,
il tempo che passa
Sedicianni miei vi prego non tornate,
io vi chiedo, quando mi abbandonate
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Moplen Padua, Italy
MOPLEN è un progetto musicale padovano che dal 2014 unisce mente e corpo dei cinque scapestrati Max, Ale, Novak, Jesse e Digi nell'obiettivo comune di presentare un repertorio che mescoli la tipica spensieratezza indie con gli elementi più caratteristici del pop, quali la progressione armonica II-V-I e testi atti a sottolineare il fatto che non sanno cosa combinare della loro futile esistenza. ... more
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